Cos'è il CBG?

Il cannabigerolo (CBG) è uno dei principali fitocannabinoidi presenti nella cannabis sativa L., risultato della degradazione dell’acido cannabigerolico (CBGA), il principale precursore di numerosi cannabinoidi.

Il crescente interesse per il CBG è stato attribuito grazie alle sue proprietà non psicotrope, alla bassa potenza del recettore dei cannabinoidi e alla relativa abbondanza in alcune varietà di cannabis commerciali. In campo terapeutico è stato descritto un ampio profilo farmacologico, in cui il CBG ha proprietà antinfiammatorie, antitumorali, antiossidanti, antimicrobiche, neuroprotettive, stimolanti l’appetito, tra le altre. Le precedenti revisioni del CBG erano limitate al potenziale farmacologico della molecola, con pochi dettagli sulla chimica o progressi negli strumenti analitici utilizzati per esplorare il contenuto del CBG.

È noto che il cannabigerolo è presente nei tricomi (piccole escrescenze della pianta) sotto forma di acido (CBGA) ed è il primo a svilupparsi nella pianta di cannabis: pertanto, come detto sopra, è considerato il precursore dei più comuni acidi., che compongono CBD e THC. Dopo la raccolta, le piante contenenti i fitocannabinoidi vengono essiccate e lavorate e, grazie al calore utilizzato in questi passaggi, i componenti perdono le loro caratteristiche acide, con la rimozione di un gruppo carbossilico. Grazie a questo processo, chiamato “decarbossilazione”, gli acidi vengono trasformati nei loro equivalenti non acidi come THC, CBD e CBG. Durante la fioritura, il cannabinoide più abbondante è il CBG, ma quando la sostanza viene essiccata, la sua concentrazione è generalmente inferiore all’1% (uno percento). Per questo motivo il composto non ha ricevuto particolare attenzione da parte degli studiosi negli ultimi anni.

Formula Moleculare C21H32O2

Degli studi completati, la stragrande maggioranza è condotta in vitro o utilizzando modelli animali. Tuttavia, forniscono ancora un forte indicatore del potenziale terapeutico del CBG.

Il CBG non è contenuto nella Convenzione delle Nazioni Unite sulle sostanze psicotrope, motivo per cui questo fitocannabinoide e i suoi derivati ​​sono legali nella maggior parte dei paesi.

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IL POTENZIALE DEL CBG

Studi effettuati decenni fa hanno dimostrato la capacità inibitoria nell’assorbimento dell’acido aminobutirrico (GABA), con conseguenti attività rilassanti: quindi, il CBG potrebbe essere utile anche nel trattamento dell’ansia e delle tensioni muscolari. Altre ricerche risalenti alla seconda metà del 900 hanno evidenziato gli effetti analgesici e antimicotici del cannabigerolo.

Più recentemente, il CBG ha dimostrato di essere potenzialmente efficace contro il cancro al seno, alla pelle e alla prostata. Inoltre il fitocannabinoide può rappresentare un aiuto contro la psoriasi, in quanto inibisce la proliferazione dei cheratinociti. Altri potenziali usi del CBG sono stati identificati nel trattamento del glaucoma in quanto riduce la pressione intraoculare e nel trattamento della malattia infiammatoria intestinale, della disfunzione vescicale e potrebbe essere una soluzione promettente come antidepressivo o antiemetico.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati numerosi studi sulla farmacologia del CBG e sulle sue potenziali applicazioni mediche. La letteratura ne evidenzia le numerose proprietà farmacologiche, che vanno dalle azioni adrenergiche, serotoninergiche, cannabinergiche e transitorie del potenziale recettore (TRP), alla modulazione di enzimi, come la ciclossigenasi, la monoacilglicerolo lipasi (nota anche come MAG lipasi, acilglicerolo lipasi, MAGL, MGL o MGLL), N-aciletanolammina amidasi (NAAA) e fosfolipasi-A2 (PLA2).

Possibili applicazioni mediche del CBG sono state oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche, alcune delle quali hanno ispirato l’avvio di brevetti a tutela dei suoi usi terapeutici. La letteratura attuale offre prove del suo potenziale come agente antinfiammatorio e antitumorale, solo per citarne alcuni, affrontando l’interesse per questo fitocannabinoide come potenziale materiale di partenza per nuovi agenti terapeutici.

La ricerca negli ultimi decenni ha inoltre studiato a fondo le proprietà antiossidanti dei prodotti naturali come approccio terapeutico alla prevenzione e al trattamento dei disturbi legati allo stress ossidativo. In questo contesto, numerosi studi hanno mirato a valutare il potenziale terapeutico dei fitocannabinoidi, i composti bioattivi della Cannabis Sativa L., in particolare la capacità antiossidante del Cannabigerolo (CBG). Tali risultati, sebbene ancora in vitro, hanno mostrato che il CBG è in grado di neutralizzare lo stress ossidativo attivando i recettori CB2. In particolare, il CBG ha mostrato una potente azione nell’inibizione dello stress ossidativo, riducendo la regolazione dei principali marcatori ossidativi (iNOS, nitrotirosina e PARP-1), prevenendo la fosforilazione α e la traslocazione del fattore nucleare -κB (NF-κB) e anche modulando la via di analisi kmofila MAP.

Pertanto, sulla base delle sue attività antiossidanti, il CBG può essere molto promettente come agente antiossidante e quindi utilizzato nella pratica clinica come un nuovo approccio nei disturbi legati allo stress ossidativo.

 

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